Sono sempre stato attratto dalle cosiddette donne importanti, donne che nella vita sociale sono riuscite ad imporsi e che mi inspirano nella mente quell’aria di superiorità, che da sempre ricerco nella vita, soprattutto in quella sessuale.

Sono quello che si dice infatti un “maschio sottomesso“, e mi piace rapportarmi spesso con padrone che possano abusare del mio corpo, meglio se facendolo mi fanno provare un po’ di dolore fisico, dolore che ha lo scopo di sottolineare la mia inferiorità di essere umano dinanzi a loro.

La mia vita e le mie fantasie.

Non sono sposato ne tanto meno fidanzato, e per questo spesso nelle mie notti solitarie che passo nel mio piccolo appartamento di periferia, mi sono ritrovato a dar vita alle mie tante fantasie erotiche, fantasie diverse ma che mi vedono sempre sottomesso a una donna che assume il ruolo di regina, una donna che riesce a portarmi ad un grado di eccitazione che con le donne normali non ho mai avuto. Non nascondo che quando questo accade la mia mano va automaticamente verso il mio basso ventre, allo scopo di concedermi quel sollievo corporale, senza il quale in quelle notti sarebbe veramente difficile prendere sonno.

Ultimamente le mie fantasie si appuntano spesso e volentieri su una pratica importata dai paesi d’oltreoceano, quella conosciuta come pegging. L’attività non è altro che un semplice rapporto sessuale, in cui è la donna che penetra il maschio, e lo fa tramite un attrezzo conosciuto con il nome di strap on.

Esso non è altro che un pene di plastica che può essere indossato dalla donna tramite una mutandina, cosa che di fatto la rende fisicamente dotata di una nerchia con la quale donare e ricevere piacere sessuale. Ho visto qualche gioco del genere su alcuni siti internet specializzati, e da alloro sogno di mettermi a disposizione di una padrona a cui piaccia questo esercizio sessuale.

Sogno una padrona con lo strap.

Sogno per questo spesso di incontrare una donna che possa diventare la mia padrona, una donna che mi accolga vestita con una gonna di pelle nera e con ai piedi un paio di stivali altissimi, e che mi ordini di indossare alcuni indumenti femminili, tipo calze a rete e perizoma. La femminillizzazione è una parte importante del mio sogno, devo diventare donna, una “donna” che si metta a disposizione della sua padrona e che faccia di tutto per soddisfarla.

Una padrona che nel proseguo della serata segga su una poltrona di cuoio, e da li mi ordini di mettere a sua disposizione la mia lingua, mi farebbe iniziare lucidando alla perfezione i suoi stivali, e piano piano porterebbe con le sue mani la mia testa, fino al limitare della sua fessura fremente, una piccola apertura che ritroverei sicuramente bagnata di umori, e che dovrei detergere con la lingua. Una padrona che alla fine dopo essersi fatta aiutare dal suo schiavo per indossare lo strap, mi direbbe di mettermi a pecora, per attendere la giusta punizione che lei vorrà infliggermi.

Il mio sogno continua con il rumore del sibilo della frusta che colpisce la mia schiena e le mie natiche, con il freddo del pavimento su cui sono costretto a rimanere inginocchiato, con le parole della mia dominatrice che mi ricorda che presto abuserà del mio culo. Ambisco a sentire quelle parole, perché ambisco ad essere scopato “brutalmente” da una donna, una donna che oltre al mio corpo possa prendere possesso della mia testa, e fare con me tutto ciò che desidera. Oltre alla dominazione fisica è infatti la dominazione mentale quella a cui ambisco, una dominazione che mi faccia accettare l’idea di diventare la sua troietta in calore.

Quando mi incula.

Sogno nella mia fantasia, di sentire le sue dita che titillano il mio buchino, un buchino che per i maschi dovrebbe essere sacro ma che io non avrei problemi a mettere a completa disposizione della mia regina. A volte sento, anche se la mia è solo una fantasia, il freddo della crema che userebbe per rendere la penetrazione meno dolorosa, ho finanche la sensazione della plastica dello strap che forza il mio culo, cosi come sogno di avvertire i colpi che la padrona mi infligge quando inizierà a cavalcarmi. Mi piace pensare allo strap che piano piano forza il mio retto, quasi avverto la sensazione del mio culetto che si allarga per permettere alla fredda plastica di possedermi, cosi come avverto il senso di pienezza che ne deriverebbe, e che sono sicuro mi soddisferebbe meglio di un rapporto sessuale “normale”. Non ho problemi a dire che nelle mie fantasie raggiungo un erezione magnifica, segno questo che il pensiero che frulla nella mia testa è uno di quelli che incarnano il mio modo di essere fra le lenzuola.

Le mie fantasie arrivano fino ad immaginare la fine del rapporto con lo strap, esso dovrebbe necessariamente finire con il godimento di entrambi, con la mia compagna di giochi che negli ultimi colpi “forza” la penetrazione ed aumenta la frequenza del va e vieni, allo scopo di raggiungere anch’essa il piacere.

Ho anche l’esatta visione del mio piacere, un godimento preventivamente autorizzato dalla mia padrona, che come ultimo atto di dominazione mentale mi costringerà a pulire con la lingua il mio sperma, che si è depositato sul pavimento. Mi vedo quando questo avviene, mi vedo perché immagino che il rapporto di pegging avverrebbe dinanzi a uno specchio, specchio nel quale non avrei problemi a guardarmi nel massimo della dominazione, e soprattutto dell’estasi.

La fantasia che si mischia alla realtà

Di solito quando la fantasia entra nella mia testa il finale del rapporto coincide con il mio reale godimento, un godimento raggiunto con quell’autoerotismo a cui sempre più spesso, durante le mie fantasie, sono costretto a ricorrere, e che spero presto di sostituire con un magnifico strap usato da una padrona.