Angela non è un nome a caso per la mia padrona: è una ragazza bellissima che ho incontrato su un sito di incontri.
Ha trentacinque anni ed io solo ventiquattro: per me rappresenta l’incarnazione della perfezione, visto che riesce ad essere cattiva e sensuale quanto basta.
Una sera, la sua voglia di godere ed umiliarmi ha raggiunto un nuovo livello che mi ha permesso di provare delle emozioni uniche, visto che la mia padrona ha usato lo strapon per farmi sperimentare delle nuove emozioni che io definisco come uniche.
La padrona, lo strapon ed io
Era una giornata come tante altre ed in quel preciso giorno, io avevo previsto di incontrarmi con la mia bellissima padrona, ovvero Angela.
Ero molto eccitato: l’ultima volta che mi aveva incontrato si era fatta legare lei e torturare, visto che voleva provare delle sensazioni nuove.
Ma sapevo benissimo che, ogni volta che Angela subiva, la volta successiva avrebbe voluto consumare un rapporto sessuale unico sotto ogni punto di vista.
E fu proprio così: come regola le portai un mazzo di fiori rossi, che lei apprezzò ma che mi sbatté in faccia, sostenendo di non essere la classica donna che amava queste formalità.
Ero molto eccitato: Angela era vestita in nero, con una canottiera che metteva in risalto il suo seno prosperoso ed i suoi bellissimi fianchi.
Indossava una mini gonna in jeans neri ed aveva gambe e piedi nudi: era una vera e propria divinità che mi fece rimanere a bocca aperta.
Rimasi ad osservarla per qualche minuto quasi estasiato e lei, con fare violento, mi riportò coi piedi per terra colpendomi al volto.
Ero abituato a questo genere di pratiche: ogni volta, un colpo di questo genere inizia la nostra particolare sessione di sesso.
Angela si sedette sul divano, mi fece inginocchiare, si accese la sigaretta e mi disse che, tanto per iniziare, avrei dovuto adorarle i piedi nudi, appositamente sporchi.
Mentre mi apprestavo ad accontentarla, mi disse che la giornata sarebbe stata completamente diversa, visto che aveva in mente un rapporto particolare per me.
Vicino a lei vi era una busta: prese un oggetto particolare che inizialmente non riconobbi, ma che riuscii ad identificare pochi minuti dopo.
Era uno strapon: la mia padrona mi disse che aveva intenzione di divertirsi e che, per rafforzare il suo stato, lo avrebbe usato su di me.
Tolse il piede nudo dal mio volto, si spogliò di fronte a me ed indossò lo strapon.
Come prima cosa mi fece praticare un rapporto orale all’oggetto: spingeva forte e quasi mi sembrava di soffocare.
Lei era eccitata e mi disse che ero bravo per essere un uomo e che probabilmente avevo già fatto cose del genere.
Mi prese poi per i capelli, mi fece sedere sul divano e mi disse di spogliarmi.
Angela, la mia padrona, e il pegging
La mia amata padrona mi insultava mentre mi spogliavo e mi disse che mi avrebbe portato via la dignità.
Mi fece sdraiare sul divano a pancia in giù e mi legò le mani con una corda: la strinse forte e legò l’altro cappio nel bracciolo del divano.
Angela mi disse che avrebbe messo la supposta al suo schiavo e che non avrebbe utilizzato alcun tipo di lubrificante, visto che lo avevo per bene oleato con la mia bocca.
La mia padrona iniziò a penetrarmi analmente: sentii un leggero dolore iniziale, visto che non fu affatto delicata nell’esecuzione della pratica.
Mi faceva male ma, allo stesso tempo, anche tanto piacere: il dolore piano piano si trasformava in vera e propria goduria.
Angela, la mia padrona, mi disse che ero un poco di buono, una donna di facili costumi e mi insultava ripetutamente: mentre mi mancava di rispetto mi penetrava con maggior violenza ed io stavo godendo tantissimo.
Mi disse nuovamente che dovevo essere abituato a questo genere di pratica, visto che non mi lamentavo e godevo.
Ma non ci potevo fare nulla: mi piaceva Angela ed amavo tutto quello che stava facendo con me.
Inoltre, lo strapon era molto leggero e sentivo una piacevole sensazione paragonabile a quella di un massaggio, cosa che non avevo mai provato.
Angela, vedendomi rilassato, decise di aggiungere il carico da novanta: si divertiva a graffiarmi la schiena mentre mi penetrava ed a colpirli nelle mie parti intime.
Facendo questo non faceva altro che eccitarmi maggiormente e proprio per questo, la mia padrona, mi dava dello schifoso e mi penetrava con maggior violenza.
Rimanemmo in quella posizione per circa venti minuti, che per me sembrarono tantissimi: volevo ancora praticare il pegging, visto che mi aveva acceso l’eccitazione pura ed incredibilmente avevo un’erezione diversa.
Angela non si tolse lo strapon: dopo avermi penetrato, lavò velocemente l’oggetto e me lo mise nuovamente in bocca.
Ero troppo eccitato nel vedere la mia padrona dominarmi in quel modo che lo presi in bocca e feci un lavoro coi fiocchi.
La mia padrona mi disse che era molto sorpresa di aver trovato un uomo migliore di una donna nel prenderlo in bocca: mi colpii ripetutamente visto che sosteneva che nessuno doveva essere migliore di lei, per poi slegarmi e farmi passare altre pene infernali, ovvero piccole torture che io ritengo piacevoli come non mai.
Al termine della pratica mi sono rivestito e la mia padrona, con un sorriso, mi accompagnò alla porta della sua casa.
Mi disse che non vedeva l’ora di provare nuovamente quel particolare tipo di pratica, visto che ammise di essere venuta mentre mi penetrava.
Mi salutò con un piccolo bacio sulle labbra, cosa che fa solo quando è veramente soddisfatta, mi apostrofò con un termine conosciuto che si attribuisce alle ragazza facile e mi diede una pacca sul sedere, sorridendo e chiudendo la porta.
Ero felice ed eccitato: rendere felice Angela vuol dire averla fatta godere ed io, grazie al pegging ed allo strapon, ero riuscito nel mio intento.
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