Nella vita sono una segretaria costretta a sottostare ai “voleri” della mia azienda, nella vita privata sono invece una donna che “abusa” del suo uomo.

Sposata da 11 anni ho deciso di scopare il mio coniuge quasi per caso, avvenne quando lui, classico maschio italiano volle il mio “buchino posteriore”. Il mio uomo non conosce la parola “gentilezza”, e ricordo ancora come quella mia prima volta mi prese da dietro facendomi urlare dal dolore.

Il sesso anale non mi dispiaceva, anche se nella mia mente ronzava sempre il tarlo di voler fargli “pagare” il dolore che mi aveva fatto provare.

 

Le ricerche.

Come coppia siamo abbastanza libertini, la nostra vita sessuale è alquanto soddisfacente e spesso facciamo cose “fuori dal comune”, come praticare sesso all’aperto, frequentare qualche “club privè” o vedere qualche film porno. Durante una di queste visioni ebbi la folgorazione. Il filmato era il solito filmato pornografico, in cui si vedevano amplessi nelle posizioni più strane, una di queste colpì la mia attenzione in maniera del tutto inusuale.

Si vedeva una donna che armata di un “gioco erotico”, sodomizzava il suo partner, la posizione era la classica “posizione a pecora” era però l’attrezzo ad attirare la mia attenzione. Esso era un “pene indossabile“. Tramite quest’ultimo la donna assume le sembianze di un uomo e di fatto “ribaltava i ruoli” con il suo compagno.

L’eccitazione che mi prese in mezzo alle cosce fu immediata, il mio lui non si accorse di nulla, ma io avevo trovato il modo di rendergli “pan per focaccia”. La mattina dopo mi misi all’opera, su internet scoprii che il “sexy toy” era uno “strap on“, cercai meglio e mi resi conto che la pratica, che per inciso era conosciuta con il nome di “pegging”, era molto n voga nei paesi dell’Europa settentrionale anche tra le coppie eterosessuali, scoprii anche che il giocattolo erotico era disponibile nei vari “sexy shop” presenti sulla rete, senza pensarci un attimo l’acquistai.

Il convincimento.

Il pacchetto arrivò a casa dopo pochi giorni, avevo però adesso il problema di convincere il mio uomo a farmelo usare su di lui. Noi donne sappiamo come “tirare i fili” dei propri compagni, la sera stessa mi misi all’opera.

Iniziai avvicinandomi pian pianino al suo buchino, lo facevo quasi per sbaglio, la prima sera con la lingua, qualche sera dopo “sfiorandolo” con un dito, e alla fine introducendo l’anulare dentro. Inizialmente lui sembrava infastidito, ma l’azione congiunta della mia bocca e delle mie mani lo convinsero a “subire” il trattamento. Stava arrivando il momento della verità, quel momento in cui avrei capito se sarei riuscita ad “abusare del mio uomo”.

Ricordo come nella sera che avevo deciso che questo sarebbe avvenuto ero in preda ad un eccitazione fuori dal comune.

Ero intenzionata ad “offrirgli” il mio culo, la ricompensa sarebbe stata il suo permesso a …scoparlo. Andò tutto come previsto, in mezzo alla serata mi girai, e con le mani gli feci capire la voglia che avevo di “sesso anale”, un attimo prima della sua “entrata” feci la domanda principe della serata “io te lo do, ma poi tu prometti che mi dai il tuo?“. Tutti gli uomini quando vedono un bel culo da “usare” non capiscono più nulla, e il mio non fa eccezione, mi disse immediatamente si. Io non aspettavo altro. Soffrii mentre mi scopava da dietro, una sofferenza che presto però sarebbe stata.. ricompensata.

coppia prima del pegging

moglie e marito

La prima volta.

Venne abbastanza velocemente, e mentre lui andava in bagno a lavarsi io indossai “l’attrezzo del piacere“. Ripensare la sua faccia quando usci dal bagno e mi vide con un “cazzo finto” tra le gambe non ha prezzo. La sua espressione diceva tutto: curiosità, paura, eccitazione. Fu lapidaria, non volevo dargli il tempo di riprendere il controllo della situazione, “girati, lo avevi promesso”. Probabilmente non voleva, ma era in posizione tale da non potere dire no.

Mi aveva appena scopato in culo, aveva promesso di donarmi il suo, mi conosceva e sapeva quanto ero vendicativa, e soprattutto credo che era abbastanza eccitato anche lui dell’idea. Non fiatò e si girò. Avevo preparato tutto, “l’attrezzo del piacere” era già lubrificato, cercai di non fargli troppo male, ma lo “infilzai con decisione”.

Mentre vedevo la plastica dello “strap on” farsi strada dentro il suo corpo mi sentivo un “vero maschio“, capivo finalmente la “sensazione di potere” che il mio uomo doveva provare quando mi inculava, riuscivo ad avvertire l’energia che partiva dalla mia testa per arrivare fino al ventre, portando un eccitazione che fino a quel momento non avevo mai provato. Fu una cavalcata lunga e soddisfacente, una cavalcata che mi porto in dote un orgasmo travolgente. L’attrezzo era infatti doppio, e mentre lo scopavo di fatto mi “auto scopavo”.

Per ogni spinta che davo, sentivo la parte interna stimolarmi la vagina, era una cosa meravigliosa, spingevo sempre più a fondo con la voglia di sentire l’attrezzo entrare sempre più fondo dentro il mio corpo.

Il nostro equilibrio.

 

Quella prima volta non fu bellissima per mio marito, dopo qualche giorno mi confessò che aveva ancora il “buchino dolorante”, ma visto che a me era piaciuto tantissimo fui irremovibile, lo avrei scopato spesso. Abbiamo alla fine raggiunto il “nostro equilibrio” come ogni coppia che si rispetti. Io “abuso” del mio coniuge ogni tanto, lui in quelle serate acconsente a lasciare la sua “mascolinità” per soddisfarmi come se fosse una donna.

Non è raro che lo faccio inginocchiare dinanzi a me per fargli “lubrificare” l’attrezzo con la bocca, in quei casi la mia vista è estasiata dalla sua bocca che mimando un pompino va su e giù sullo “strap”. Lui ha capito benissimo, e sono sicura che a volte gode del fatto di farsi inculare, non sono stati rari i casi in cui dopo il “trattamento” lo vedo schizzare improvvisamente, segno questo di quanto gli piace essere…”abusato da sua moglie”.